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Jul 24Liked by Emiliano Morgia

Grazie dottor Morgia.

Ho passato parecchio tempo a chiedermi: ma perché, se come dice anche l'IEA, il costo medio di molte rinnovabili é minore di quello delle fossili non investiamo solo lì?

Questo suo pezzo mi risponde ma non sono sicuro di aver capito tutto.

Posto che c'é il problema dell'intermittenza e quindi o batterie come se piovesse o un livello base di fonti costanti e che un uso prevalente di rinnovabili richiede anche investimenti nella rete perché cambiano le modalità di immissione nella stessa.

Però lei mi ha fornito altre due risposte: 1)il costo elevato dell’investimento iniziale che necessita fondi che sono a disposizione per lo più nei paesi sviluppati e 2)il costo degli interessi, più alti nei paesi in via di sviluppo. Mi corregga se ho frainteso.

L’ultima passo mi è meno chiaro. Se, come ho letto, la domanda di energia é destinata a crescere come fanno a non crescere gli investimenti? Perché non è una novità; se non erro la domanda di energia cresce costantemente.

Infine se tutti gli impedimenti legati ai punti 1) e 2) non ci fossero rimarrebbe questa sorta di grip tecnologico di cui parla Smil?

Ho letto che lui utilizza le serie storiche per mostrare che mostrare che gli shift energetici sono sempre stati lenti e graduali.

Grazie e saluti

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Jul 26·edited Jul 26Author

Grazie a lei per le parole gentili. Da quello che scrive, credo abbia capito più di tutto, nel senso che non credo di aver messo a fuoco così chiaramente mentre scrivevo. Sul grip tecnologico, sono molto d'accordo: l'energia è un mondo di infrastrutture, e queste hanno un'inerzia (o path dependence) molto importante. Ne avevo parlato quasi un anno fa, in un thread su X:

https://x.com/emme_emi/status/1684791132016775168

Invece di Smil, se non le fosse già capitato tra le mani, consiglio assolutamente "Invenzione e innovazione". Ne ha scritti tanti, ma questo (tra quelli che ho letto) credo sia il migliore.

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